La grandezza del Patriarcato di Aquileia – capace di unire le culture italiana, slava e tedesca – è rivissuta nel concerto del Coro filarmonico sloveno, diretto da Gregor Klancic, andato in scena giorni fa in basilica ad Aquileia. Un concerto che ha proposto l’antinomia tra passato e presente con proposte di Gallus, Makor e Mocnik (cultura slava); Bach e Part (cultura tedesca); Giovanni Pierluigi da Palestrina e Donati (cultura latina) graditissimo dal numeroso pubblico presente. Il coro – che si è diviso fino dodici voci – ha utilizzato tutte le possibilità offerte dal transetto e dall’abside della basilica coinvolgendo il pubblico in una varietà di suono che ha entusiasmato i presenti.
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